Se ne vanno uno a uno gli alberi piantati nel giardino di una giovinezza felice, vissuta tra libri e sogni e fughe in avanti e canti e occupazioni. In silenzio e soli, alcuni. Circonfusi, altri, di amore e profumo di potere. Abbattuti da un urugano o divorati da mali sempre meno oscuri. Fu, la goliardia, avvio comune di percorsi destinati a perdersi tra i flutti di spazi lontani, e di storie figlie di caso e voleri mescolate dai gorghi del tempo sulle autostrade del mondo. I superstiti mantengono il conto, nell’indaco della sera, tra necrologi e cinguettii