Me l’avevano descritta come una passeggiata, ma, a parte la lunghezza relativamente modesta (18 km), anche quest’ultima tappa mi regala una bella salita, dopo il paesino di Dudar (dove le donne confezionano, in occasione della festa patronale di San Biagio, graziosi vestitini di lana colorata per gli alberi …), situato nella parte centrale della Vega di Granada, e noto per essere attraversato dal rio Aguas Blancas, famoso perché, a detta degli abitanti del luogo, la sua acqua è sempre trasparente e cristallina. Salito ai mille metri, il cammino continua su un altipiano, per poi scendere definitivamente verso Granada. Discesa lunga ma agevole, in parte attraverso coltivazioni di olivo, stando molto attenti a non essere arrotati da una delle tante biciclette (soprattutto e-)che sfrecciano su questa parte del Cammino. Bisogna ancora vincere una ultima bella salita per arrivare alla Abbadia di Sacromonte da cui si puà ammirare, da posizione privilegiata, la Alhambra. Lasciata definitivamente alle spalle la campagna, si entra in Granada attraverso il barrio delle cuevas, trasformato in un affollato sito turistico che offre Flamenco e ricche tapas, ma anche il pionono (dolce) e il Plato Alpitarreño e altre delizie di questa terra e della sua storia…
Entrato in città l’ultimo chilometro mi porta alla fine di questo viaggio. Il Convento Comendadiras de Santiago, dove trovo il monolito dei 200 km e dove ritrovo il compagno Ruben con il quale, dopo qualche ora di turigrinazione a zonzo per Granada e le sue ricchezze, si tornerà a casa…