Cambiano i tempi e cambia la lingua anche se nello scorrere quotidiano del tempo non ce ne rendiamo ben conto. Il nuovo prende il posto del vecchio e solo pochi addetti ai lavori lo notano. L’uso generalizzato della tastiera ha reso ancor più rapido tale cambio e ormai siamo sempre più abituati all’uso di parole ricche in K, W e X, lettere non proprio tipiche della lingua italiana.
Ma la tendenza più recente del discorrere sui social è rappresentata dagli emoticon. Dalle faccine tristi o allegre, siamo passati a migliaia di disegni che rappresentano per chi li usa reazioni, stati d’animo e molto di più fino a commenti che vorrebbero essere complessi, ma che in realtà mi paiono essere un altro segnale dell’appecoronamento marcato verso il quale si sta muovendo la società digitale.
A me, forse ancora troppo legato alla carta di Pinaider, gli emoticon non piacciono e penso che contribuiscano all’ulteriore impoverimento della lingua. Meno parole e più disegni per dichiarare emozioni. No, proprio non mi piace.
Però riconosco di essere un prodotto del secolo passato.