Visto da lontano l'inizio di questa campagna elettorale, così complessa, caotica ed emergenziale, pare caratterizzata da un forte bipolarismo che affonda le sue radici nel fertile terreno della creatività nazionale, di cui anche la politica è spicchio e specchio. All'inizio fu un bipolarismo fortemente ideologico, quello di Don Camillo e Beppone, intendo dire. Nel corso dei decenni le cose ovviamente cambiano, e con l'entrata in campo della finanza, mirabilmente rappresentata dal Cavaliere, si crea un nuovo bipolarismo, tra chi ha il potere e chi il potere lo subisce. Nascono e si sviluppano i movimenti populisti (di sinistra) e sovranità (di destra), che promettono di rifondare un Paese che già mostrava sintomi importanti di imbarbarimento e di disattenzione a temi prioritari in campo sociale. Dopo le elezioni del 2018 questi movimenti esprimono un governo il cui leader, oltre a proclamarsi Avvocato degli Italiani, deve aver ricevuto costanti ispirazioni dal don Abbondio manzoniano. Contemporaneamente il "sistema" si risveglia, l'aggregazione si modifica e sgretola, tenuta purtuttavia assieme dalla "emergenza nazionale" della pandemia, fino a quando l'illuminato Presidente Mattarella propone un cavallo vincente che non può essere rifiutato né da destra né da sinistra. Ma il governo di unità nazionale fa la fine che sappiamo...ed ora ecco di nuovo i politici di lungo e meno lungo corso che si lanciano in una tenzone dominata dalle parole chiave destra e sinistra. Ma, sempre visto da lontano, il quadro mi pare più complesso, perché nei due campi convivono sovranisti e conservatori, a destra, mentre a sinistra, dopo un vade retro Satan dichiarato dal Mistico Letta, si accende la discussione se e come ottenere i voti degli ex stellati, senza esserne alleati ( pure in rima...). Ne vedremo certamente delle belle...alla prossima puntata, dunque...