Di Celerina hospitaliera per vocazione e passione vi ho raccontato nei giorni scorsi (paroleinonda.com/le-storie-di-celerina ). Ieri sono tornato a trovarla nella sua casa antica con alcune pareti di pietra e fango, perfettamente mantenute nonostante il logorio degli anni. Mi ha accolto con il suo dolce sorriso e mi ha condotto a vedere reperti archeologici e fotografie della sua giovinezza e ancora più indietro negli anni. La foto del bisnonno che grazie all' appoggio elettorale a un deputato della assemblea di Leon ottenne in cambio la costruzione di una scuola, anzi della scuola dove adesso ha sede l' albergue...la prova? La trovate nella piccola inferriata che sovrasta la entrata come era allora e come è oggi. La porta è cambiata, l'Inferriata no...e poi ricordi e ricordi. Del padre vincitore di una gara di aratura...delle compagne di scuola " morte quasi tutte sai? Di un paese Calzada del Coto, che aveva ben tre scuole, e una stazione del treno. Poi il crescere di Sahagun e le solite razionalizzazioni politiche hanno fatto sì che il paese si sia progressivamente spopolato. Adesso i pochi ragazzi che vivono qui e sono in età scolare alla mattina aspettano il mini bus che li porterà a Sahagun. Celerina mi guarda con i suoi occhi buoni e prima che me ne vada mi mette in borsa una bottiglia del suo PRIETO PICUDO e tre banane....e in quel momento mi considera. Un pellegrino...( A Celerina non ho raccontato la storia dl "pellegrante...".