Il Cammino di Inverno così chiamato perché permetteva di evitare la neve del Cebrero, si srotola per oltre 260 km lungo la valle del fiume Sil e la Ribera Sacra, attraverso paesaggi maestosi e gente speciale, non abituata ai flussi turistici del Cammino Francese e che si apre con generosità e cariño al passaggio dei pochi peregranti.
Il tragitto passa per decine di paesi semi abbandonati e proprio mentre be attraversavo uno, qualche chilometro dopo Monforte di Lemos, ho sentito un “holà” alle mie spalle.
Mi sono girato e ho visto una signora dai capelli bianchi che mi sorrideva dalla finestra di una casa rossa, curata e abbellita da fiori. Sono tornato sui miei passi e la signora ha cominciato a raccontarmi dell’abbandono del villaggio, della fuga dei giovani, della speranza che il Cammino possa riportare la vita, così come è successo sul Francese.
Lo ascoltata per una decina di minuti, poi mi sono scusato e le ho detto che dovevo continuare il mio viaggio. Mi ha detto di aspettare un attimo ed è tornata con un pezzo di torta, gialla di uova e dalla crosta croccante bruciacchiata nel forno a legna. Il sapore era quello del buccellato che la nonna mi preparava in Lunigiana settanta anni fa…Grazie Marisa!