Il carretto di Andrea
Pochi giorni fa a Siviglia ho incontrato un carrettino da bicicletta, una specie di mini risciò, di quelli che i genitori usano, soprattutto nei paesi nordici, per portare a spasso i figli piccoli.
L’ho incontrato nel deposito bagagli dell’ostello dove concludevo il mio ultimo cammino. A bordo non un bambino, ma uno zaino e una piccola tenda da campeggio.
Più tardi, all’ora di cena, attorno al grande tavolo che offriva un piatto di ottima pasta, ho conosciuto il proprietario del carrello, arrivato a Siviglia dai monti del Piemonte, dopo un viaggio di oltre 3200 km. A piedi.
E ho ascoltato la sua storia. Quarant’anni, una professione sicura e promettente nel campo delle nuove tecnologie, di fronte al blocco delle attività provocato dalla pandemia, decide di cambiare vita. Quando la situazione lo permette, chiude la partita IVA, vende la casa, compra il carretto - di fabbricazione tedesca, sottolinea – e comincia il viaggio verso Santiago e poi da Santiago a Fatima e da Fatima a Faro e da Faro a Siviglia..
Il cammino si srotola tra incontri e sorprese, con fatica e allegria…una storia di umanità e condivisione…e adesso? gli chiedo. Andrea mi guarda con quei suoi occhi dolci e vivi, illuminati dalla febbre dell’avventura. Non lo so, ma domani riparto. Verso nord.
La via della Plata lo aspetta. Buon Cammino a te e al tuo carrettino che ti tiri appresso, legato ai fianchi.