E così ci siamo arrivati. Del resto me lo dicevi ognuna delle rare volte che venivo a trovarti in quella tua “non casa” dove hai trascorso gli ultimi lunghi anni della tua vita. “Ce la metto tutta” era il tuo refrain quando con un’ultima carezza mi lasciavi tornare alla mia vita senza sapere, ne tu ne io, se e quando ci saremmo visti ancora una volta, e poi ancora…fino almeno ai tuoi cento anni. Ecco oggi hai attraversato il traguardo. Oggi ti abbiamo festeggiata in un posto bellissimo. Si chiama “El Roque”, una terrazza a picco sulla costa nord dell’isola. A Gregorio, il tuo nipotino più piccolo, e a me, il figlio sul quale hai riversato un amore senza limiti, nonostante la lontananza fisica che mi ha portato lontano dai tuoi abbracci fin dagli anni dell’università, si è aggiunto Attilio, il padrone del ristorante, che ha aperto in tuo onore una bottiglia di Veuve Cliquot. Cento anni, ci ha detto, meritano questo ed altro… E così, di fronte alla irrequietezza di un mare mai tranquillo ti abbiamo ricordato e raccontato di noi e del nostro cammino. Tu sei rimasta ad ascoltare in silenzio, ad assorbire ogni parola e ogni tomo di voce (sempre sei stata in grado di capire solo dalla inflessione di una telefonata quale fosse il mio livello di felicità…,) a seguire con il movimento dei tuoi occhi grigi tempestati di pagliuzze d’oro il dialogo tra un padre vecchio e un figlio non ancora trentenne nel pieno dei suoi sogni creativi. Abbiamo trascorso con te un paio d’ore bellissime. Poi ci hai salutato e dalla terrazza sei risalita su una di quelle nuvolette che, spinte dagli alisei, sono scomparse dietro la montagna di Galdar. Grazie Mamma e tanti auguri per i tuoi cento anni!
Bellissima Adrian, senz’altro ti ha ascoltato ed è orgogliosa di te e Gregorio