IL PRIMO GRAFFIO
In un libretto per me prezioso, “La prima sorsata di birra” Philippe Delerm, professore e scrittore di successo, ci fa partecipi delle piccole gioie della vita, così importanti, almeno per qualcuno.
Gioie spesso gratuite, come “L’odore delle mele” e un “Invito a sorpresa”, o quasi gratuite come “La prima sorsata di birra” appunto, che scivola giù per l’esofago magari dopo chilometri e chilometri di sole sulla Via della Plata.
Stamani, mentre cucinavo una ricetta nuova, per me, cercando di mettere d’accordo il pesce gallo con le code di gambero, ho notato un graffio sul bancone del mobile bar. Un graffio nuovo, che avevo sicuramente provocato io, visto che vivo solo, senza accorgermene e ho pensato al libro di Delerm. Nel corso della vita, oltre a "prime cose belle" ce ne capitano anche di spiacevoli e dolorose, ci capitano “graffi”, insomma, su cose o su amicizie, affetti e sentimenti. Da come reagiamo dipende in buona misura il nostro “stare”. Ricordo ad esempio il primo graffio che scoprii sulla mia prima automobile, e poi forse anche sulla seconda (ma già quello della terza non lo ricordo più), e la reazione di stizza che provai, quasi si fosse trattato di una violazione dello splendido luccichio di una carrozzeria nuova. Poi, con il passare del tempo, la reazione ai graffi su “cose” è andata via via scomparendo e ...con un po' di cera e tanto olio di gomito, il graffio del mobile bar quasi non si vede. E quello che si vede è solo una ruga in più del tempo che passa.
Più complicato mi è ancora gestire i graffi di amicizie e sentimenti. Altra storia su cui devo lavorare. E molto.