L’ITALIA A COLORI

Scritto da Adriano 22/04/2021 Lascia una risposta

Nell’epoca piu nera della storia d’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale i cittadini sono ormai abituati a regolare il loro ritmo di vita sui colori. Non immergendosi nell’azzurro del cielo di di primavera, né accarezzati dall’indaco di un tramonto struggente, ma aspettando ogni venerdì il cromatismo che dovrebbe regolare la loro vita a partire dal lunedì della settimana successiva alle valutaziono della “cabina di regia”,.

In detta cabina si ammassano, non rispettando le misure di distanziamento previste dall’ultimo DGPC, in quanto già  vaccinati  epidemiologi, virologi, intensivisti, statistici e pare, dico pare, un paio di pittori esponenti di pop art e transavanguardismo (tanto per permettere un costruttivo dibattito).

I colori di base nei quali vengono trasferiti i risultati di approfondite analisi realizzate grazie alle più recenti tecniche di data mining, hanno portato a identificare tre categorie di colori, il giallo, l’arancione e il rosso.

Ogni colore ha un certo numero di tonalità, ribatezzate “rinforzi “e lasciate alle competenze delle cabine di regia regionali o comunali, più addentro alle tematiche territoriali.

Il bianco, pur previsto dalla scala cromatica in uso, serve al momento solo per mettere a fuoco gli altri colori. L’esperienza della Sardegna ne ha dimostrato infatti la pericolosità.

Ora avvicinandoci alle date promesse del “Liberi Tutti”, gli esperti della cabina si sono posti il cogente  tema della individuazione di un colore per identificare il documento di viaggio. (una specie di lasciapassare medioevale o di propusk sovietico). Il documento permetterà ai possessori di migrare tra regioni cromaticamente non omogenee, anche per motivi non legati a lavoro,  salute e forza maggiore.

Dopo una approfondita discussione  non priva di tensione è passato il principio che non sarebbe stato opportuno proporre  alla politica i colori già in uso per definire il livello di rischio sanitario.

La discussione è stata particolarmente accesa sul giallo dei normali libretti di vaccinazione in uso, e sul rosso, escluso grazie ad un intervento a gamba tesa degli emissari dell’ on. Salvini, che ne hanno ricordato la somiglianza con il libretto di Mao Tse Tung.

Finalmente, dopo ore di confronto, allietate da generose libagioni di coloratissime tartine, inumidite da un Soligo Extra dry, dalla elegante etichetta nero/oro, gli “esperti” sono addivenuti alla conclusione che la copertina del passaporto/lasciapassare sarà verde.

Colore di speranza   o constatazione che siamo arrivati alla frutta?

I prossimi mesi  ce lo diranno.

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