LA “MAGIA” DEL CAMMINO C’è una parola che ricorre in quasi tutti i “racconti” sul Cammino , magia e il suo aggettivo magico, per definire quel tempo speciale fatto di silenzi e scoperte, di spazi e orizzonti, di dolore e gioia, di emozioni e di infinite sensazioni e stati d’animo che si succedono con l’andare dei passi. Dopo un primo cammino “fantozziano” da Sarria a Santiago, nel quale magico fu solo il fatto che riuscii ad arrivare alla tomba del Santo, con le mie limitazioni e incapacità, la mancanza di allenamento, il non avere mai né camminato, né praticato in modo serio una qualche forma di sport, ad ogni cammino successivo la magia ha cambiato posto. Non più fuori, ma dentro di me, ogni volta nel profondo, ma soprattutto, al momento del ritorno al quotidiano, nelle risposte alla giornaliera sfida che la vita ci propone. Di questo sono davvero grato a tutti i passi che mi hanno messo di fronte a spazi enormi e all’infinitamente piccolo della mia coscienza, e portato in terre straniere divenute “di casa” soltanto attraversandole, tra pietre, storie e leggende. Una magia respirata e finalmente diventata mia, che mi permette di vedere e relazionarmi con il mondo che mi circonda con occhi e cuore diversi rispetto al prima di Sarria.