LETTERA A UNA FIGLIA LONTANA

Scritto da Adriano 10/04/2023 Lascia una risposta

Non c’ero quando trentasette anni fa atterrasti in quella Austria Felix, ancora, amata per un paio di occhi smeraldo.

C’ero ad aspettarti all’aeroporto di Mogadiscio, prezioso regalo di compleanno, esserino di poco più di un mese di vita… e poi sempre assieme in una specie di scriteriata cavalcata attraverso città e continenti… Il Cairo, Roma, Den Haag, Seoul, Pavia, Tunisi e ancora Pavia…Africa, Europa, Asia e poi Europa e Africa ancora..

Anni di viaggi e scoperte, di ricchezza di cose e di anime. Anni belli e complicati, sereni e tempestosi, come sempre accade nei cammini della vita fino a quando nel freddo di un inverno di YongPyong, il tarlo del malessere entrò  impercettibilmente, lentamente, subdolamente innescando uno tsunami che alcuni anni più tardi avrebbe messo fine a una storia cominciata come una favola nel calore del Mozambico.

Con te ho condiviso un bel tratto di cammino fino alla tua adolescenza. Siamo cresciuti assieme, tu verso una vita che già da bambina vivevi “in movimento”, io alla ricerca di una Itaca che non ho ancora trovato.

Oggi siamo lontani, molto troppo  lontani, correndo su binari  che nulla o quasi hanno da spartire, come è giusto che sia tra padri e figli. Tuoi sono i sogni, miei i ricordi e qualche rimpianto per ciò che non è stato. Pochi invece i rimorsi, ruminamento inutile per digerire veleni sparsi scientemente.

Adesso, che siamo così lontani, non posso neppure seguire i tuoi sogni, né felicitarmi dei tuoi successi. Certo li posso immaginare, qualche volta sbircio un tuo post su istagram e quando  ti vedo sorridente e allegra voglio credere che tu sia felice.

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