I miei coetanei  ricorderanno il “liberi tutti” gridato da qualche bambino che giocava con noi in cortile o per strada negli  anni della spensierata libertà della fanciullezza. Quel grido giocoso mi è venuto alla mente leggendo questa mattina alcuni articoli di stampa a sostegno delle decisioni che il Governo si presta a prendere nei prossimi giorni per permettere ai cittadini quella libertà di movimento così necessaria per la ripresa economica del Paese.  Ho l’impressione che per affrontare il tema politico i media stiano aiutando il Governo silenziando poco a poco il tema sanitario. Lo si apprezza da piccoli segni come ad esempio la progressiva riduzione di rilievo che la stampa riserva ai numeri della pandemia, quasi che queste centinaia di bare che giornalmente si portano via centinaia di anime , abbiano una rilevanza differente rispetto a quelle caricate sui camion di Bergamo.

E mentre si guarda agli esempi virtuosi di Israele e Regno Unito additandoli come via da seguire, si dimenticano  le differenze che identificano noi italiani rispetto a quei popoli;ridotto senso sociale (il salto della coda per accedere al vaccino che in Italia ha assunto dimensioni  rilevanti) individualismo, teatralità ( la penna bianca della divisa da campagna del Generale ad esempio), poco rispetto non solo di “indicazioni”, ma anche di “regole”.Certo qualche voce già considerata autorevole ha messo in dubbio la bontà delle misure previste, ma pare proprio che la politica abbia scelto la strada della riapertura, modulata da autocertificazioni e salvacondotti e colori sempre più tendenti al bianco. C’è da sperare a questo che  non si ripeta la storia della Sardegna passata in pochi giorni dal bianco al rosso...