I miei pochi amici non me lo hanno chiesto. Sanno che per me quando un progetto diventa una sfida non c'è Svati ( entriamo subito in tema) che tenga. Così è stato per la "Moravskosleskà trasa", il Cammino Jacobeo di Moravia, di cui ho percorso nei giorni scorsi quasi duecento chilometri. Il progetto nasce dopo un doppio incontro ai primi di marzo di quest'anno. Con Lenka, medico di Olomouc, centro toccato dalla trasa, sul Cammino inglese, e con Zaneta, farmacista in un paese a sud di Brno, sul Cammino verso Muxia. Incontri fugaci ma sufficienti a stabilire una connessione e avviare un dialogo, uno dei tanti che in questi ultimi sei anni di "vita Jacobea" hanno riempito la mia vita. Così quando a inizio estate Lenka e Zaneta mi parlano del loro progetto di percorrere una parte del Cammino propongo di accompagnarle in una esperienza del tutto nuova. Non ho mai camminato infatti al di fuori della Penisola ( a parte Gran Canaria). La sfida nasce quando, avvicinandosi il 21 agosto, giorno previsto per la partenza, il ginocchio sinistro, danneggiato a metà maggio, durante il Cammino di Madrid, non si rassegna a mettersi al servizio del mio progetto e continua a farsi sentire. Ad ogni passo. Grazie ad un comune amico ho la fortuna di conoscere Annibale,un massofisioterapista di grandissima esperienza, mio giovane coetaneo, che in pochi giorni di cure intensive mi rimette in grado di camminare e di salire sull'aereo alla volta di Vienna. Da li, in auto verso Opava da dove, la mattina del 22, inizia il Cammino, sotto una pioggia battente e dopo un caffè decisamente buono..Nei primi quattro giorni mi faranno da guida Zaneta e Barbara, una sua amica, mentre Lenka si prenderà cura del vecchietto da Olomouc in avanti...
Le tue sfide seguono il cammino. Questa contro, un ginocchio malandato è un pò stoica e un pò inconsciente, però vedo con piacere che sei tornato in discrete condizioni, combattivo come sempre e mettendo súbito al lavoro il buon Annibale.
Cosa vuoi ...quando sei fatto così...non cambi a quasi ottant'anni
Siempre un sueño a tiro de escopeta. Eso es una buena vida amigo. Felicitaciones