Dopo essermi avvicinato al mondo del Cammino di Santiago sei anni fa, il Cammino del San Salvador (da Leon a Oviedo attraverso la Catena Cantabrica) ha rappresentato un obiettivo di difficile raggiungimento per la difficoltà che incontro su percorsi di montagna...però
ritornato il 3 di settembre dal Cammino Silesio-Moravio, (paroleinonda.com/perche-opava) la mia fitta agenda Jacobea prevedeva una nuova partenza per il giorno 15. Avrei dovuto raggiungere al Carbajal, l’Albergue delle Benedettine a Leon tre amici, Andrés & Andrés, padre e figlio, e Juan Manuel, il Canarione D.O.C. con i quali si era deciso in primavera di compiere il Cammino del San Salvador, fino a Oviedo. Comunque un po' lo spirito di sfida che ancora mi anima, un po' il fatto di condividere una allegra compagnia mi convinto ad entrare nel progetto.
Purtroppo a metà maggio durante il Cammino di Madrid danneggiai un ginocchio, cadendo come una pera dentro un buco poco prima di Segovia. Stringendo i denti e godendo dei servizi di chiropraticanti e fisioterapisti, riuscii a concludere quel cammino, e portare a termine il programma previsto (hospitaliero a Calzada del Coto e a Porto, e nel mezzo la presentazione del libro su Muxia…)
Rientrato a casa a inizio luglio una batteria di esami e visite mediche dedicate a occhi e altro allentò la attenzione su Gino, che mi ricordava spesso di esserci.... Fortunatamente per uno di quei casi non casuali così importanti nella gestione delle nostre giornate, incontrai un angelo delle articolazioni e dei muscoli che in pochi giorni mi mise in condizione di partire per Opava…Lungo quei 190 km. Gino si comportò bene , anche se ad ogni passo si faceva sentire più o meno "acutamente".
Appena rientrato a casa il 3 settembre mi precipitai da Annibale, eil mio Angelo che si rimise al lavoro…dicendomi chiaramente che il progetto San Salvador doveva essere cancellato…
Ne ero convinto anche io e comunicai ai miei amici la impossibilità di partecipare…però mi misi ad allenarmi con furia, spingendo sui pedali della cyclette con la rabbia di chi sa di non essere in condizioni di realizzare un progetto desiderato. Giorno dopo giorno Gino riprese un aspetto simile a quello del gemello Pino, quadricipite e sartorio cominciavano a ridisegnarsi…insomma si notava qualche evidente miglioramento anche se il dolore non scompariva del tutto... Finalmente venerdi 9 il colpo di scena: mentre eseguivo un esercizio di stiramento al suolo, Gino produceva un “click” inusuale e immediatamente dopo scompariva qualsiasi tipo di dolore…Il giorno seguente Annibale constatava che effettivamente la funzionalità e i movimenti della articolazione erano pressochè normali.
A quel punto la domanda…allora posso andare a camminare. La risposta fu bipolare: come fisioterapista direi di no, come allenatore direi di si…a patto che…e giù tutta una sfilza di indicazioni e raccomandazioni, la più importante delle quali era l’impegno a fermarmi al primo accenno di problemi…
Mancavano cinque giorni ad una partenza che avevo ormai relegato nel file dei sogni svaniti, ma lo zaino era già pronto e in mezz’ora mi rimisi in pista: biglietto aereo fino a Santiago, treno a Leon, e poi la costruzione della sorpresa ai miei tre soci, il vero motore di tutta l'operazione...