Tra le tante cose inutili e dannose che capita di dire e/o sentirci dire nella quotidiana pratica del vivere metterei al primo posto sette sillabe raggruppate in quattro parole “te-lo-avevo-detto”. Certo le ho usate anche io, qualche volta con i figli, o con persone che hanno lavorato con me, fino al giorno in cui mi sono reso conto della loro inutilità e dannosità. “Te lo avevo detto” è una autogratificazione sterile che da un lato ci fa sentire nel “campo del giusto”, e al tempo stesso è una condanna per chi ha agito diversamente da come consigliato da noi. Quasi sempre si tratta di divieti o limitazioni che, forti della nostra esperienza e conoscenza, ci permettiamo di dispensare a chi, magari, avrebbe più bisogno di consigli ed empatia. Oltre ad essere inutile, perché non cambia le conseguenze delle cose e dei fatti accaduti, il “Te lo avevo detto” scava un solco ancora più profondo nelle relazioni interpersonali, in famiglia e fuori, e dunque è anche dannoso. Meglio allora riprendere il dialogo con chi non ha seguito indicazioni e consigli “buoni” (per noi…) e si è ritrovato in difficoltà. Che “Parliamone” sia una buona alternativa al “te lo avevo detto”?
talvolta si può tacere e rinnovare la fiducia, rimando accanto.
oppure agire insieme per correggere la rotta, o riparare, oppure completare quanto accaduto e viverla come un'opportunità
se sono in difficoltà, mi allontano, ormai certa che avrò ancora modo di imparare
Adriana